pubblicazioni anni 2000

Cento anni di imprese per l’Italia

Immagini e sguardi d’autore raccontano lo sviluppo del nostro Paese
a cura di  Giovanna Calvenzi, Cesare Colombo, Ludovico Pratesi, catalogo della mostra (Milano, Triennale, 5 maggio-5 giugno 2010; Roma, Museo dell’Ara Pacis, 7 ottobre-14 novembre 2010), Alinari 24ORE, 2010

Ci è già capitato di affermarlo in altre occasioni: le antiche copie giacenti negli archivi, che riportiamo alla luce non senza emozione, spesso incurvate, ingiallite, macchiate…, non recano più in sé il messaggio per cui erano state realizzate. Oggi rappresentano oggetti obsoleti, ma recano anche altri messaggi. In tutti i sensi. Perché noi non possiamo che aggiungervi – attraverso il nostro sguardo fisico e con le nostre riflessioni mentali – ciò che è avvenuto dopo quegli attimi lontani. Vi sovrapponiamo in sostanza tutto l’altro che sappiamo […].
La nostra cultura tecnologica, la nostra attenzione sociale, i nostri eventuali aggiornamenti economici ci permetteranno mille angolazioni diverse nel valutare (nel capire più a fondo) le grandi mutazioni storiche che abbiamo attraversato. E così, attraverso centinaia di momenti di lavoro, di spazi-fabbrica, di forme e strutture prodotte, possiamo allargare i confini della nostra comprensione all’intera società italiana. Alle sue contraddizioni, alla sua difficile evoluzione, forse riuscendo a prevedere anche i suoi tratti futuri […].
Ma alla complessità nel raccontare fotograficamente l’industria italiana – e nel collegarsi coerentemente all’epopea figurativa che emana dalle antiche copie – si aggiunge una vera rivoluzione, che opera all’interno dello stesso linguaggio fotografico. Ci riferiamo naturalmente all’avvento dei processi digitali […].
Il maquillage digitale oggi appare ben diverso dai lontani ritocchi manuali degli artigiani-fotografi di cui abbiamo riassunto le imprese. I rendering inventano palazzi, interi quartieri non ancora edificati, completi di cittadini a passeggio. Dai pavimenti delle fabbriche scompare ogni frammento indesiderato […].
La fotografia digitale viaggia istantaneamente in rete, si diffonde e si utilizza ovunque, si moltiplica ogni giorno in misura esponenziale sui terminali che quotidianamente ci stanno di fronte. Per la nostra globale società dell’informazione – non solo per le comunicazioni dell’industria – si aprono problemi di credibilità visiva, che investono l’etica futura della nostra convivenza… oltre ogni confine politico o culturale […].

(Cesare Colombo, dal testo in catalogo)

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