testi anni 60

Le altre donne

presentazione della mostra presso la Galleria Il Diaframma di Milano e la Biblioteca Civica di Sesto San Giovanni, 1968

Chi sono le altre donne? Sono quelle che abbiamo intorno e dentro a noi, la cui immagine ci circonda senza mai divenire mitica. Sono le donne che non appaiono sui rotocalchi; che non passano attraverso la cronaca amplificata di atti abnormi, esibizioni fisiche, canzoni, tentati suicidi. Sono invece le donne che reggono e mutano la società in questi anni, con passi incrociati ai nostri, forse più rapidi e leggeri. In dodici anni di fotografie, è cresciuta brulicando nel mio archivio una massa di gesti, sguardi, corpi, presenze inquiete… cui ha corrisposto ogni volta — al momento dello scatto — una vera tensione psicologica. In pratica ogni inquadratura ha finito col risolversi in un accrescimento delle mie conoscenze e dei miei dubbi intorno alla condizione femminile. Nessuna delle immagini esposte è stata organizzata o preordinata. Le altre donne sono apparse ogni volta d’improvviso, come il simbolo di una presenza biologica difforme e misteriosa.

Siccome capisco che il discorso sull’approccio visivo all’altro sesso rischia di scivolare nel pittoresco (ah, voyeur!); e siccome odio la latina presunzione di superiorità virile, vorrei limitarmi a dire che questo gruppo di foto testimonia un impegno femminista. Cioè vuol chiarire a livello di documento ottico certe posizioni della donna italiana oggi, che corrispondono ad un momento delicato di evoluzione e speranza. Il lavoro della donna e il suo rapporto con la maternità; il mistero del sesso e le varianti di un rapporto lungo le diverse età; le difficoltà di un naturale comportamento sociale nella nostra epoca repressa. Ecco alcune direttive poste all’indagine, con umiltà ma anche con estrema fiducia nel mezzo espressivo. Vorrei esser riuscito con uno strumento privo di ambiguità «poetiche» a render chiara, almeno in parte, la mia solidarietà verso le altre donne.

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